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VITERBO | ARTE E CULTURA - SANTA ROSA DA VITERBO | OPERA DI RAFFAELE CIOTOLA

SANTA ROSA DA VITERBO | OPERA DI RAFFAELE CIOTOLA
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LA LUCE DELLA SANTITÀ POPOLARE
OPERA D'ARTE DEL MAESTRO RAFFAELE CIOTOLA

L’opera del Maestro Raffaele Ciotola dedicata a Santa Rosa da Viterbo propone una lettura nuova e profondamente umana della giovane santa, amata dal popolo e simbolo di fede per la città. L’artista sceglie di rappresentarla non nella consueta veste di povertà francescana, ma come una figura radiosa, avvolta in un abito sontuoso ornato di gemme e riflessi dorati. Questa rappresentazione, lontana dalle convenzioni iconografiche tradizionali, non mira a esaltare la ricchezza terrena, ma a esprimere la dignità spirituale riconosciuta dal popolo. In questa luce, l’oro, i rubini e gli smeraldi diventano segni di devozione e simboli della grazia che i viterbesi hanno sempre visto in Santa Rosa: una giovane donna che, pur non proclamata ufficialmente santa dal Vaticano, è elevata alla santità dal cuore della sua gente.
L’abito luminoso non è un ornamento di vanità, ma la manifestazione visiva della grandezza interiore di una fanciulla che ha vissuto la fede con semplicità e coraggio. Ciotola, con la sua sensibilità, trasforma la materia in luce, rendendo visibile quel legame profondo tra la santità e il popolo che la custodisce da secoli. Dal punto di vista compositivo, l’opera gioca su un equilibrio delicato tra ricchezza e spiritualità. Le pietre preziose e i dettagli dorati, pur nella loro intensità visiva, non oscurano l’anima della figura, ma la esaltano, come se la luce provenisse dall’interno del suo spirito. È una pittura che non si limita a ritrarre, ma a raccontare la devozione popolare, restituendo a Santa Rosa la sua identità più autentica: quella di una giovane donna che continua a vivere nella fede dei suoi concittadini.
Con questa interpretazione, Ciotola offre un omaggio profondo e originale a una santa che appartiene prima di tutto al suo popolo. Santa Rosa da Viterbo non appare come un’icona distante, ma come una presenza viva, immagine di un amore semplice e radicato, di una spiritualità che nasce dalla terra e si apre al cielo. L’opera diventa così un incontro tra arte e tradizione, dove la bellezza non è fine a sé stessa, ma veicolo di una memoria collettiva. Ciotola non celebra solo una figura religiosa, ma il legame eterno tra fede, popolo e identità viterbese.
Santa Rosa nacque a Viterbo il 9 luglio 1233. Fin da bambina mostrò una profonda vocazione religiosa e una fede ardente. Dopo una guarigione miracolosa, si unì al Terz’Ordine di San Francesco, dedicandosi con umiltà e forza alla predicazione. La sua voce, semplice ma ispirata, difendeva la fede cattolica contro le eresie e sosteneva il Papa nei conflitti del tempo. Esiliata per le sue parole, visse a Soriano nel Cimino e poi a Vitorchiano, dove continuò a testimoniare la sua devozione fino al ritorno a Viterbo. Morì nel 1251, a soli 17 anni. Il suo corpo, ritrovato incorrotto, è oggi custodito nel Santuario di Santa Rosa, e ogni 4 settembre la città rinnova la propria devozione con il suggestivo Trasporto della Macchina di Santa Rosa, una delle manifestazioni di fede popolare più sentite d’Italia.
Il Maestro Raffaele Ciotola nasce a Napoli il 17 ottobre 1964, sostenuto da una madre attenta e sensibile che promuove i suoi studi, assecondando la sua indole artistica. Consegue il diploma di maturità artistica e quello di Maestro d'Arte all'Istituto Statale
d'Arte "Filippo Palizzi" di Napoli nel 1983. Fin da giovanissimo si dedica alla pittura in modo professionale e, dopo aver esordito nel 1980 in occasione di una mostra collettiva nella sua città natale, proseguirà partecipando ad altre collettive e personali in numerose città italiane fino al 2002 (Piano di Sorrento, Sant'Anna a Napoli, Miano, Viterbo, Milano, Portogallo).
Viene premiato dal prof. Franco Girosi, insigne artista napoletano del secolo scorso, con la medaglia d'oro alla Biennale Nazionale di Arte sacra a Torre del Greco nel 1980. Fondamentali per la sua formazione gli incontri con il prof. Franco Girosi e con l'artista Luigi Signore, considerato al momento tra i migliori scultori presepiali in Italia. Intraprende gli studi musicali, frequentando il corso di canto presso il Conservatorio di Napoli, ma l'incontro avvenuto a Roma nel 1987 con il maestro Renato Guelfi, cantante lirico e pittore, sarà determinante per la sua crescita professionale, tanto da portarlo ad esibirsi come cantante in alcuni teatri nazionali (Lecce, S.Maria di Leuca, Ronciglione, Villa Pignatelli a Napoli).
Tra i riconoscimenti a lui attribuiti, si menzionano: la medaglia d'oro al Premio "La Triade", Palazzo Sormani - Sala del Grechetto - Milano; il diploma d'onore a Sant'Anastasia, Napoli. Al 2002 risale la mostra personale nella Tuscia, in occasione della quale espone per la prima volta alla Sala Anselmi di Viterbo. Il suo stile pittorico e la sua produzione si contraddistinguono per l'uso intenso del colore e per gli effetti chiaroscurali, esprimendo una libertà creativa ed un'energia vitale smisurata, senza nascondere emozioni forti ed eloquenti, lasciando a chi osserva una speranza, una luce, quella che conduce oltre la solitudine sfumando ruoli e convenzioni sociali.

Infatti, dalla fine degli anni '90, la sua attività si concentra maggiormente su temi di attualità e risente dell'impegno civile speso contro il razzismo, l'omofobia e i comportamenti discriminatori, rendendosi propugnatore di messaggi anticonformisti, tuttavia ispirati da valori etici universali. È così che ai paesaggi e alle visioni oniriche, a quelle ermetiche e metafisiche della prima fase, si sostituiscono opere di riflessione e giudizio, che vengono ben accolte dal pubblico e dalla critica, suscitando anche l'attenzione di Jean-Louis Cougnon, Capo Divisione presso la Direzione generale del Parlamento Europeo.

* L'opera d'arte "Italia contro il razzismo" dedicata alla lotta al "razzismo" che è stata apprezzata per corrispondenza dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

* ''San Bonaventura da Bagnoregio'' l'opera è esposta nella Concattedrale dei Santi Nicola, Donato e Bonaventura - Bagnoregio - Viterbo.

* L'opera d'arte ''La Madonna di Fátima'' è UFFICIALMENTE entrata a far parte della COLLEZIONE del Museo di Fatima.
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